Rilassarsi, depurarsi e rigenerarsi in un luogo meraviglioso come il Sile.
Un pomeriggio di sole. La primavera sta sbocciando in ogni angolo: profumi, odori, voci di bambini che al ritorno da scuola si mettono a giocare nei cortili.
Oggi è la giornata ideale per assaporare aria nuova, quella che ti punge un po’ le guance e che ha un odore nettamente diverso, soprattutto per chi come me,
cresciuto nei campi a cercare primule, fatica a stare rintanato in casa…si oggi è il pomeriggio perfetto.
Meditiamo. Dove possiamo andare? La mente vaga pensando a un sacco di posti immersi nel verde e a pochissimi Kilometri da casa: Montello, Piave, Monte Grappa, altre montagne limitrofe…poi ecco, l’idea arriva: oggi faremo una bella e rilassante passeggiata sul fiume Sile. Saperne un po’ di più di questo fiume lungo ben 84 km e lasciarsi contagiare da chi molti anni prima di me vi passò ha un che di ristoratore, soprattutto per la mente.
Per chi non è della zona, il Sile è un fiume di risorgiva lunghissimo, che tocca ben tre province: Treviso, Padova e Venezia. Nasce nella zona di Torreselle di Piombino Dese per poi sfociare a Portegrandi di Quarto d’Altino.
Signori, si parte. Arriviamo a Treviso, prendiamo la tangenziale e dirigiamoci a Sant' Antonino poco distante da Casale sul Sile, sì, la meta è quella. Ascolto il rumore delle auto e mi perdo con lo sguardo a scrutare gli ultimi minuti di traffico, poi l’associazione mentale è lampante. Sile è quasi come Silenzio! Si ecco. Mi ricordo che tempo fa lessi da qualche parte che una delle teorie sull’origine del nome era proprio questa. Sile, silens termine di origine latina, silenzio. Ok! l’idea oggi è azzeccatissima!
Arrivata. Parcheggio l’auto e comincio la mia passeggiata. Per un po’ nulla sarà più grigio e non ci saranno più clacson a inquinare la mia mente, ma solo tantissimo verde che si sposerà con il blu di queste placide acque.
Mi piace camminare sulle strade non asfaltate, mi piace che le mie scarpe si sporchino di polvere, mi piace incrociare lo sguardo di chi come me oggi ha deciso di dedicare un po’ di tempo a se stesso, per una corsa, una passeggiata con il proprio cane, per passare un po’ di tempo con i propri figli o semplicemente per depurarsi un po’ e poi la mia mente si libra verso l’ alto quando intorno ho un paesaggio del genere.
La natura che mi circonda è prevalentemente composta da canneti, canée per noi veneti, che una volta venivano usate per fare scope, e poi piante ad alto arbusto come pioppi, salici ed ontani con tutto intorno un brulicare di vita: dalle rane, ai picchi, alle famigliole di anatre, ma la mia speranza è quella di riuscire a vedere alcune colonie di aironi che popolano proprio queste zone, chissà se sarò così fortunata!
Solo la Natura può dare all’uomo determinate emozioni ed insieme a queste risvegliare quel legame con il nostro passato, come se si trattasse di un unico filo tirato da un’immensa matassa e vedere i resti di antiche barche poste a riva porta a concretizzare la mia sensazione.
Il Sile viene considerato un po’ come un autostrada moderna, era usato per il trasporto di persone e di merci, grossi scambi commerciali sono avvenuti su queste acque e questo corso merita anche di essere ringraziato perché incrementò notevolmente il tasso di lavoro nelle nostre zone.
La barca che veniva utilizzata era il burcio, un’imbarcazione di legno, di larice, lunga anche 30 metri,larga 7 metri e alta tra i 2,20 e i 2,40 metri. “El paron dea barca”, ossia il padrone dormiva a poppa mentre il marinaio dormiva a prua. Il viaggio durava due settimane solitamente, poi arrivò l’ epoca del motore e il tempo venne dimezzato.
Il Sile è anche il luogo dei mulini. Se pensiamo al Veneto come a una terra quasi prettamente agricola, in cui le famiglie allargate lavoravano dei terreni che passavano di generazione in generazione, è facile immaginare quanti di questi ne possiamo trovare e quanti ancora possiamo vederne ancora lungo le rive di questo fiume e io trovo che tutto questo contribuisca ad aumentare ancora di più il fascino di questo luogo. Noi non siamo nati oggi, e neanche ieri, le nostre famiglie e le nostre origini si incontrano lungo queste vie.
Continuo la mia passeggiata, ogni angolo sembra proteggere qualcosa di semplice e di meraviglioso, la natura non ha bisogno di alcun trucco.
Il sole piano piano si abbassa e il tramonto si scopre. Peccato, ogni volta è sempre troppo veloce il passare del tempo.
Ritorno con la mente più leggera, ritorno all’auto, alla frenesia e alla velocità del mio vivere quotidiano, bello quando si poteva ancora vivere secondo i ritmi della natura.
Grazie Sile per la dolce compagnia.